Sono un’artista figlio della televisione commerciale anni 80, della pop culture, dei videogiochi e dei cartoni animati apocalittici giapponesi, cresciuto negli anni 90, dove la tecnologia flirtava con l’analogico, l’era del videoclip e della MTV Generation, l’Urban Tribe i Graffiti, la Rave Culture. Il mio lavoro è figlio dell’underground post punk, una fotografia di ciò che percepisco tra le pieghe della società, un’immaginario è ambiguo, onirico e disturbante, in cui virtuale e analogico convivono in simbiosi, e in cui il soggetto è l’antieroe di un regno in degrado.